1944: via Maqueda, Palermo, la prima strage di Stato
Una strage di cui non esiste alcuna testimonianza fotografica.
Giornale di Sicilia del 20 ottobre, n.130, sotto il titolo Luttuosi incidenti a Palermo durante una manifestazione contro il carovita si poteva leggere: «Poco prima di mezzogiorno molte migliaia di scioperanti sono affluiti in via Maqueda […]. La folla con alte grida ha chiesto insistentemente il pronto intervento delle Autorità per reprimere gli abusi del mercato annonario, che provoca insostenibili disagi fra le classi lavoratrici a reddito fisso. Poco dopo le forze di polizia […] sono state rafforzate da reparti di soldati inviati d’urgenza a bordo di autocarri. Il primo autocarro carico di soldati, proveniente da piazza Vigliena si inoltrava in mezzo alla folla. Ad un tratto sono rintonate delle detonazioni…».
Nelle stesse ore da Roma il governo rendeva nota la propria versione dei fatti tramite un comunicato, fuorviante e cinico, del sottosegretario per la stampa e le informazioni. «In occasione di una dimostrazione diretta ad ottenere miglioramenti di carattere economico, compiuta ieri a Palermo da impiegati delle banche e dall’esattoria, gruppi estranei sobillati, da elementi non ancora chiaramente identificati, prendevano l’iniziativa d’inscenare una manifestazione sediziosa. Davanti alla sede dell’Alto Commissariato [Palazzo Comitini, che ospitava anche la prefettura] venivano esplosi colpi di d’arma da fuoco contro reparti dell’Esercito, che erano stati costretti a reagire. Si deplorano 16 morti e 104 feriti. L’ordine pubblico è stato ristabilito. Il Comitato provinciale di Liberazione nazionale si è subito riunito ed ha dichiarato di mettersi a disposizione dell’Autorità governativa locale per la ricerca dei responsabili della manifestazione sediziosa».
Si apprenderà, poi, che il numero delle vittime era più alto e la dinamica dei fatti non veritiera, come ha avuto modo di raccontare in modo documentato Lino Buscemi: «Una spontanea manifestazione di popolo fu brutalmente repressa con bombe a mano e moschetti da soldati dell’esercito italiano. Italiani contro fratelli italiani di Palermo […]. Il sangue scivolò a fiotti lungo la via Maqueda e nelle traverse vicine. Gravissimo il bilancio: 24 morti e 158 feriti, accertati sia dalla commissione d’inchiesta appositamente nominata che dalla discussa sentenza del tribunale militare di Taranto», che peraltro «avrebbe escluso dall’elenco le vittime Cataldo Natale di anni 35 e Monti Carlo di anni 34, in quanto non vi erano prove sufficienti per accertare che fossero realmente deceduti a causa della sparatoria di via Maqueda. Le sole due donne decedute, Anna Pecoraro e Cristina Parrinello, lavoravano proprio di fronte la prefettura, in una stireria. Atroce la loro morte: i soldati scagliarono la loro bomba proprio dentro il negozio!». Nessun colpo di arma da fuoco fu dunque esploso, il 19 ottobre, contro i militari. (…)
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